Il Tempio Votivo dei medici d’Italia

Nonostante un iter progettuale intercalato da difficoltà e contrattempi, il 25 agosto 1938, viene celebrata la consacrazione del Tempio Votivo dei Medici d’Italia.

Si tratta di una costruzione che, seppur imponente, ben si integra con la pulizia, la semplicità e la fluidità delle sue linee architettoniche, con le case rurali che si stringono attorno.

Anche le decorazioni interne sono improntate alla semplicità, seppur impreziosite da marmi. Gli unici vezzi sono rappresentati dalla singolare Via Crucis, composta di quadri in ceramica interpretativi della passione di Cristo magnificamente palesata attraverso l’espressività dei volti scolpiti, e dal bassorilievo di legno raffigurante la Madonna del Rosario con il Bambino in braccio.

Con la visita al Tempio del 25 settembre 1938 di medici lombardi dell’Associazione Medici Italiani Artisti, guidati dal dottor Nando Bennati (medico, giornalista, scrittore, poeta, musicista che tanto si prodigherà per la valorizzazione del luogo sacro, anche attraverso il giornale Pensiero medico che lui dirige), principia il lungo sodalizio con i medici artisti che, nel tempo impreziosiranno, con le loro opere, il Santuario.

La collaborazione continuerà con il successore di don Cambiano, don Ernesto Tentori, che seguirà le orme di chi l’ha preceduto con la stessa caparbietà e con gli stessi intendimenti.

Opere

– Le tele dei quattro Evangelisti sono del pittore dott. Enrico Less di Trento
– Le acquasantiere sono dello scultore prof. Aldo Agosta
– L’altorilievo bronzeo della Zona del Silenzio intitolato L’Offerta, è dello scultore dott. Cesare Scandola
– La porticina del Tabernacolo, il busto di don Cambiano e il portale del Tempio sono dello scultore Enrico Magrini, medico condotto di Busnago

Il medico condotto fu una categoria di medici di cui Magrini andava fiero, tanto da scrivere una lettera il 12 settembre 1949, indirizzata al professor Di Natale:

“Se, come sarà necessario, verrà reso di pubblica ragione e il nome e la categoria cui appartiene il modellatore, prego sia posta bene in evidenza la mia condizione di medico CONDOTTO (dura, durissima qualifica) e che questo suo lavoro è una prova di attaccamento a quel corpo di professionisti, ai quali ritengo molto onore appartenere, lavoro che ha una sola innegabile qualità: l’affetto ai colleghi che coll’opera e colla vita hanno dato lustro e memoria alla professione.”

La sua umiltà , il suo sincero amore per la vita e per gli uomini, la positività dei suoi pensieri e dei suoi intenti gli hanno permesso di affrontare con animo sereno e distaccato, le ingenerosità di alcuni autorevoli colleghi che, ritenendo i medici condotti una sottoclasse dell’ordine medico e servendosi delle pagine del giornale Pensiero medico, hanno tentato di sminuire il valore dell’opera di Magrini.
Una casuale visita al Tempio nel 1948, un piacevole incontro con il Rettore don Ernesto Tentori e il desiderio di esprimere il proprio compiacimento con qualcosa di tangibile, fanno pronunciare al medico la promessa di realizzare per il Tempio un portale di bronzo, promessa che si materializza esattamente un anno dopo.
Ad un gruppo di medici, ai quali è presentata in anteprima l’opera lo scultore spiega la rappresentazione generale del portale:

“Malattie, pregiudizi e violenze sono la causa prima delle sventure, alle quali il genere umano è costretto a soggiacere. Ad eliminarle – nel limite del possibile – una casta di Uomini si è particolarmente dedicata alla cura e alla prevenzione di molte di tali sventure.
Per secoli e secoli la scienza ha vissuto vagando incerta tra sintomi, cause ed effetti, confondendoli bene spesso gli uni con gli altri; sì che soltanto nell’ultimo secolo si è potuto lentamente raggiungere una certa sistemazione consolidando i principi scientifici. Ora il portale nella sua raffigurazione generale tenderebbe appunto a riassumere questo penoso cammino.”